"Quando le porte della percezione sono spalancate,le cose appaiono come veramente sono: infinite."(William Blake)

giovedì 19 giugno 2014

In piedi sui pedali!

Prendo spunto dal bel libro che Claudia mi ha appena regalato, “In piedi sui pedali” di Enrico Brizzi, per lanciarmi in un amarcord della mia vita ciclistica:

Anni ’60, quartiere “Casette” a Bardolino. La via tra queste case popolari era rigorosamente sterrata e un nugolo di bimbi, compreso il sottoscritto, oscurava il cielo con il polverone sollevato nelle garette con i nostri mitici tricicli, rigorosamente in metallo e con le gomme bianche e piene.  Quando si era stanchi di pedalare, si rovesciava da un lato il triciclo e si usava una delle ruote posteriori a mo’ di volante per simulare le auto dei "grandi"…in questo modo, le ore passavano veloci fino all’ora di cena. 
Al triciclo si alternava anche il gioco delle biglie dei ciclisti, costruendo piste sul terreno limitrofo alle case o, meglio ancora, in riva al lago. Il collezionismo raggiungeva apici indescrivibili e le aste per accaparrarsi le biglie mancanti arrivano al limite della rissa…non sono mai riuscito ad avere la biglia con la foto di Zandegù!!! 

Anni ’70, sempre a Bardolino. Al mio decimo compleanno mi è stata regalata la prima bici seria: una Graziella, marchiata “Alice”, verde…segno del destino? ;-)
Con questa bici ho affrontato di tutto, ma il ricordo più indelebile è legato al 1973/1974, periodo dell’Austerity. Nel frattempo io e la mia famiglia ci siamo spostati, sempre nell’ambito di Bardolino, dalle “Casette” all’attuale casa, costruita da mio papà e i suoi due fratelli, in località “Bertoi” (n.b.: per meglio identificare la zona, è la strada del Pigno). Se ben rammento, fino al 1973, la strada del Pigno era ancora sterrata e mi ricordo ancora un paio di dritti in discesa, proprio nell’ultima curva bastarda che ti porta fuori….poi con il bitume è migliorata. Approfittando della quasi assenza di auto in circolazione alla domenica, inforcavo la mia “Alice” e, passando da Albarè e Costermano, andavo a far visita ai nonni materni che abitavano a Campagnola di Castion Veronese, praticamente sopra la mitica Val dei Mulini, perché avevo anche un bel numero di amici abitanti in quel paese, compresi vacanzieri milanesi, trevigiani e cittadini veronesi.
Sempre con questa bici, io e i miei amici bardolinesi, ci spingevamo qualche volta fin su a Prada di San Zeno di Montagna, dove uno di essi aveva una villetta per qualche festina o picnic sui prati intorno. Lo confesso, in qualche tratto duro, eravamo costretti a scendere dalla sella, però le nostre fatiche venivano ricompensate alla grande con la discesa del ritorno a Bardolino…tutti sono sopravvissuti, nonostante gli impianti frenanti di discutibile qualità.

Anni ’80, sempre a Bardolino, almeno fino al 1984, anno in cui ho sposato il mio “Raggio di Sole”, Claudia. Con le Lire guadagnate con i lavori estivi – dall’imbianchino, al barista, al cameriere, etc…- ho fatto un salto di categoria, acquistando una spettacolare bici con i freni a bacchetta, marchiata Wilier, rigorosamente nera e pesantissima. Un giorno della primavera 1981, ultimo anno scolastico, mi sono messo in testa di andare da Bardolino a Verona in bici, per così lasciarla a casa di Claudia per i nostri giretti cittadini. Anche quella volta “la gamba la tirava ben dal de drio”!!!
Uno dei più bei ricordi legato alla Wilier fu la passeggiata in centro storico durante un’adunata nazionale degli Alpini per andare a salutare due zii bergamaschi di Claudia. Il gruppo degli zii aveva al seguito una damigiana di vino e scorte alimentari sufficienti per sfamare un quartiere cittadino. Ne siamo usciti alla grande, anche se il mio controllo del manubrio era un attimino “allegro”. La Wilier è stata anche la mia prima bici rubata :-(.

Anni ’90, il ciclone “MTB” si è abbattuto anche sulla penisola italica, lasciando un segno profondissimo ed anch’io sono stato colpito, facendomi anche entrare nel mondo amatoriale con tanto di gare e cariche in Team. Tutto è partito dal noleggio, a Pozza di Fassa, di una bellissima, almeno ai miei occhi di allora, Kastle gialla, durante una vacanza nell’estate 1990. Vestito solamente di canotta “bossiana” e pantaloncini in cotone e dopo aver chiesto al negoziante dove potevo andare, ho percorso il lungo Avisio da Pozza a Canazei…è stato un colpo di fulmine!!!
Rientrato a Verona, sono andato direttamente nel negozio Chesini e ho acquistato una stupenda Capriolo, azzurra e bianca, con gruppo Suntour, di una taglia superiore alla mia, e con cui ho iniziato a conoscere le colline a ridosso della città e portandomela in vacanza sulle Dolomiti e in Val Seriana.
Dopo quella MTB, ancora in cantina a Castion, si sono succedute, in un numero impressionante di modelli: Trek, Scapin, Viner, Specialized, Focus e Niner….comprese anche delle BDC ;-).
Con l’unica Scapin avuta, ho avuto il battesimo agonistico con una Rampilonga nel settembre 1994. Esperienza fantastica!!!

Da lì in poi è stata una cavalcata bellissima con tanti nuovi amici conosciuti, qualche infortunio di troppo, ma anche tante soddisfazioni. Ma la mia storia ciclistica non è ancora finita e questo, come sempre,…lo scopriremo solo vivendo :-) 

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