"Quando le porte della percezione sono spalancate,le cose appaiono come veramente sono: infinite."(William Blake)

martedì 4 ottobre 2011

Della serie "non solo bici": Grazie Tita!!!

Premessa doverosa, grazie a facebook ho ritrovato una mia cara amica, Federica Tita Cecchini, dopo 30 anni…una vita.

Tita è sempre stata (e lo è tuttora) una ragazza speciale, solare e piena di vitalità, infatti, lei, svizzera con una bella casa sulle colline di Bardolino, era un fulcro “estivo” della mia compagnia adolescenziale nel paese lacustre natio. Chi non si è innamorato di questa ragazza in quegli anni?...forse anch’io, ma a me sarebbe piaciuto ancora di più poter parlare con lei di tanti argomenti, perché sentivo che aveva molto da dire, da condividere e da insegnare.

Tita in questi anni ha messo in pratica quello che io sentivo essere intrinseco in lei: ha girato il mondo, ha fatto la volontaria in varie iniziative umanitarie (è stata nella ex Jugoslavia, a Gaza e in Rwanda, solo per citarne alcune).
 
Ho scoperto che ha scritto anche due libri, che consiglio a tutti di leggere: “L’uomo che parla alla torretta. Lettere dalla Striscia di Gaza”, che non sono ancora riuscito a comprare, e “Dalle Colline. Le strade rosse del Rwanda” (entrambi i libri si possono acquistare anche su ibs.it )



Ebbene, il caso ha voluto che io leggessi adesso quest’ultimo libro, proprio in coincidenza delle ultime sentenze del Tribunale penale Internazionale di Arusha con il seguente esito (cliccando sul testo potrete accedere ad un articolo di approfondimento):


Non sono a digiuno sul genocidio avvenuto in soli TRE MESI, tra l’aprile ed il giugno 1994 – in questo breve lasso di tempo vennero massacrate, principalmente a colpi di machete, da 800.000 a 1.000.000 di persone - in Rwanda tra l’indifferenza (colposa) di tutta la Comunità mondiale, però questo libro mi ha fatto rivivere quel periodo, con occhi diversi; con gli occhi di Tita e delle testimonianze da lei raccolte durante i suoi tre anni trascorsi in Rwanda, lavorando come psicologa di Medici Senza Frontiere con le donne “sopravvissute” al genocidio. E’ un libro veramente toccante.

Ancora più rabbia sto provando in questi giorni nel vedere la differenza della copertura mediatica tra queste assurde sentenze di pochi giorni fa e quella del processo Meredith.

Al cospetto di Tita mi sento veramente piccolo. GRAZIE, TITA!!!

1 commento:

  1. Hai pienamente ragione...ma, come sempre, lo "spettacolo" prima di tutto...:(
    claudia

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